Come e perché l’ORIENTAMENTO SCOLASTICO e VOCAZIONALE può aiutare alunni e genitori a scegliere cosa fare dopo la terza media.
<<Cosa faccio dopo la terza media?>> Per gli alunni che si accingono ad iniziare l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado (universalmente conosciuta come la terza media), questa domanda rappresenta il pensiero ricorrente, il tarlo, che li preoccupa a tal punto da fargli perdere il sonno. Come possiamo aiutare i nostri ragazzi a scegliere correttamente la scuola superiore? Come possiamo fargli vivere questa scelta con entusiasmo e senza pesi psicologici?
I genitori scelgono la scuola superiore per i propri figli
La prima cosa che mi sento da dire come Coach Umanista specializzato nell’orientamento vocazionale degli adolescenti è che, come adulti di riferimento, dobbiamo togliere ai nostri ragazzi, il fardello della scelta: siamo noi adulti, in quanto tali, le persone più indicate a fare le scelte per il bene dei minori!
E con questo non voglio assolutamente dire che la scelta della scuola superiore deve essere un qualcosa che viene dall’alto, una scelta che non tiene conto delle richieste, delle esigenze, dei desideri e delle attitudini dei nostri ragazzi…anzi tutt’altro! Ma la decisione definitiva e formale attiene esclusivamente agli adulti (possibilmente entrambi i genitori in accordo).
Questo è il modo più semplice e diretto per alleggerire il cuore dei ragazzi di fronte la prima gravosa ed importante scelta della loro vita. Scegliere per il bene dei nostri figli è il primo vero grande regalo che possiamo fargli. Scegliere in nome e per conto dei ragazzi, ascoltando i loro desideri, cercando di conoscerli con curiosità ed in modo più approfondito di quanto già facciamo. E scegliendo insieme a loro li alleneremo a fare scelte. Lasciando solo a noi adulti l'onere della scelta.
In questo modo i ragazzi si sentiranno più liberi di esprimersi, più liberi di esplorare i loro desideri, le loro potenzialità, le loro attitudini, le loro intelligenze e quindi più sicuri di formalizzare un pensiero sul proprio futuro. Saranno più liberi di scegliere…e di sbagliare. Ed è sbagliando che si impara. Ma per sbagliare bisogna avere il cuore leggero.
Conoscere per scegliere al meglio
Il secondo passo da seguire per aiutare i nostri ragazzi a scegliere la scuola superiore è allenare il pensiero del futuro. Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a pensare al loro futuro sulla base della conoscenza di sé stessi. Quindi dobbiamo, assieme a loro, esplorare i loro sogni, i loro desideri, come si immaginano da grandi, che persone si immaginano di essere, che lavoratori/professionisti/imprenditori sognano di diventare. La parte immaginifica è una parte fondamentale. I ragazzi di 13/14 anni hanno ancora dentro di loro molto allenata e sviluppata la facoltà dell’immaginazione e proprio da questo allenamento classicamente infantile che dobbiamo partire: dalla competenza principale dei bambini, ovvero la capacità di immaginare il proprio futuro.
Sarà poi importante (ed anche bello) esplorare insieme ai nostri ragazzi i loro gusti, le loro passioni, ciò che li attrae e li diverte. Attraverso il gioco possiamo conoscere la personalità dei nostri ragazzi, ed a maggior ragione possiamo e dobbiamo esplorare questi aspetti fondamentali della loro evoluzione.
Altra azione determinante sarà poi l’esplorazione delle intelligenze. Si hai capito bene, ho detto proprio intelligenze al plurale riferendomi alla Teoria delle intelligenze multiple di Howard Gardner che nel suo “Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences” del 1982 individuò ben 8 intelligenze differenti. Tale classificazione ci aiuta capire quale intelligenza caratterizza l’apprendimento dei nostri ragazzi. Conoscenza determinante per valorizzare il loro apprendimento futuro all'interno di un percorso scolastico specifico.
Per quanto invece riguarda il vero e proprio potenziale da sviluppare nei nostri ragazzi, dobbiamo fare un discorso a parte. Quando andiamo a scuola quante volte ci è capitato di sentire la famosa frase <<…è dotato ma non si applica…>> oppure <<...ha del potenziale, ma non ha voglia di studiare...>>?E poi quando chiedi <<ok…ma quale potenziale hai individuato?>> le risposte languono. Come facciamo a individuare, scovare, codificare, dare un nome al potenziale dei nostri ragazzi? Anche qui ci viene in aiuto la Psicologia (in particolare quella denominata Positiva) con la Teoria delle Forze del Carattere di Martin Seligman. Lo Psicologo Americano agli inizi del 2000 scoprì come l’intera specie umana può essere classificata in 24 potenzialità personali differenti. Esplorando queste potenzialità e scovando quelle 2/3 potenzialità che sono identitarie dei nostri ragazzi riusciremo a conoscerli meglio ed aiutarli a conoscersi meglio.
<<Conosci Te stesso e conquisterai il Mondo>> c'era scritto sulla porta dell'oracolo di Delfi. Conoscere il proprio potenziale è il modo migliorare per fare scelte consapevoli. E conoscendo il proprio potenziale i nostri ragazzi potranno scegliere i propri valori, chi vogliono essere e quale talenti allenare. L'esplorazione delle potenzialità dei nostri ragazzi ci permetterà di conoscerli meglio, più approfonditamente, ed addirittura di sorprenderci di quanto e come si stanno evolvendo (senza il nostro permesso 😉).
L’importanza della restituzione (ovvero allenarsi a crescere insieme)
Dopo aver esplorato il mondo dei nostri ragazzi non ci resta che aiutarli a consapevolizzare la conoscenza acquisita. Dai 10/11 anni in poi nei pre-adolescenti inizia a svilupparsi la coscienza. I nostri ragazzi già dalla prima media iniziano a porsi delle domande interiori: <<è giusto fare così?>> <<questa cosa mi rende felice?>> <<perché mi stanno punendo?>> queste e moltissime altre sono le domande che ogni giorno affollano la testa dei nostri giovani figli. Se ricordi verso i 5/6 anni le stesse domande (ma molte più semplificate e rivolte alla conoscenza del mondo esterno) le rivolgevano a noi genitori. Nella pre-adolescenza invece i ragazzi le domande le rivolgono a se stessi per scoprire il loro mondo interiore.
Il nostro compito di genitori (ma anche di educatori, allenatori coach etc) è di aiutare i nostri ragazzi ad allenare la propria coscienza ponendogli delle domande e cercando di restituire loro cosa noi stiamo capendo di questa esplorazione. Questo lento quanto importante allenamento darà a noi la possibilità di capire che i nostri ragazzi stanno crescendo ed evolvendosi, stanno definendo la propria personalità, stanno iniziando a fare le scelte che li porteranno ad essere felici (o infelici). E dall’altra parte i nostri giovani si sentiranno affiancati in questo momento delicatissimo della loro vita e potranno capire chi stanno diventando e scegliere chi vogliono essere davvero.
Come allenare l’intelligenza orientativa dei nostri ragazzi ed educare alla scelta
Orientare non significa sostituirsi ma affiancare ed allenare; quella che Massimo Ravasi chiama intelligenza orientativa. Esattamente come fanno altri esseri viventi su questa terra (ad esempio volatili che migrano, animali che scavano buche sotterranee o animali predatori) gli esseri umani sono dotati di questa intelligenza particolare e chi più chi meno ne è dotato. Si tratta solo di riconoscere nei nostri ragazzi questo tipo di intelligenza e di recuperarla allenandola. Come?
Massimo Ravasi in un bell’articolo su l’Orientamento – Magazine per la scuola l’Università o il lavoro di ASNOR propone di iniziare dal qui ed ora, partendo dall’attivare semplicemente i sensi (vista, udito, olfatto, gusto). Esattamente come fanno gli animali quando si mettono a caccia. Si concentrano sulle percezioni che hanno dell’ambiente avendo chiaro la preda che stanno cercando. Allo stesso modo, usando la metafora della caccia possiamo allenare i nostri ragazzi aiutandoli a rispondere alle seguenti domande <<Chi sono? Dove sono? Verso dove vorrei dirigermi?>>. Le risposte potranno essere più semplici e più contestualizzate dopo aver fatto una bella esplorazione di potenzialità, gusti, passioni, attitudini, sogni.
Attenzione però, dobbiamo tenere sempre in considerazione un elemento fondamentale quando si fanno delle scelte. Nell’atto dello scegliere andiamo in una direzione ma ci precludiamo di andare in altre mille destinazioni. <<E se facessi una scelta errata?>> è la domanda più naturale (ed anche corretta) che viene in mente quando ci si accinge a scegliere.
Allenarsi ad imparare dagli errori
<<Errare è umano, perseverare diabolico!>> Chissà quante volte hai sentito questo detto dell’antica Roma. Vero, verissimo. Ma purtroppo questo proverbio punta il focus sull’errore. Come genitori, educatori, allenatori e coach dobbiamo allenarci a stare nella cultura positiva dell’errore. Dobbiamo promuovere (e testimoniare in prima persona) la cultura dell’Amore dell’Errore.
Sbagliare è una straordinaria opportunità di imparare. A Thomas Edison viene accreditata la seguente citazione: <<Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecento-novantanove modi su come non va fatta una lampadina>>. Questa è la cultura che dobbiamo allenare in noi e nei nostri ragazzi. Quando si fanno scelte si può sbagliare, ma l’importante è imparare dall’errore per andare verso la giusta scelta.
Se riusciamo ad allenare la competenza di scegliere (e di imparare dagli errori) nei nostri ragazzi a partire dalla scelta della scuola superiore, andando avanti nella vita avranno la possibilità di continuare a fare scelte sempre più performanti, sempre più allineate alla propria identità, sempre più buone in direzione della propria felicità.
Monitorare la scelta e tenersi pronti cambiare rotta (se necessario...)
Perché parlo di errori? Nel momento in cui stiamo per scegliere la scuola superiore insieme ad i nostri ragazzi dobbiamo mettere nel conto che possiamo sbagliare. Banalmente l’errore (che si può manifestare solo con il senno del poi) potrà essere ricondotto al fatto che il ragazzo ancora non aveva maturato del tutto la coscienza di chi vuole diventare. Ed in questo caso l’errore è inevitabile. Altre volte invece potrà sembrare tutto chiaro sin dall'inizio e la scelta quasi scontata, automatica.
L’importante è però condividere con i nostri i ragazzi che si può sbagliare nel fare una scelta e allo stesso tempo è necessario essere pronti e riformulare la scelta alla luce delle nuove valutazioni emerse. Basta darsi dei tempi per monitorare la scelta fatta: ad esempio 6 mesi o anche 12 mesi per capire se la nuova scuola (dopo un periodo di ambientamento) potrà essere considerata come scelta buona per il ragazzo.
Se la scelta si rivela non buona allora ci si rimette al lavoro e si rivaluta tutto il percorso effettuato aggiungendo qualche altro elemento, o per essere ancora più sicuri, ci si può affidare ad un Orientatore Scolastico Professionista.
Come ti possiamo aiutare?
Se poi sin da subito come genitore (o come operatore della Scuola) vuoi essere affiancato in questo processo di scelta della Scuola Superiore, in Associazione F.O.C.S. Formazione & Orientamento saremo felici di fare un colloquio preventivo per capire come poterti aiutare. Lascia nel qui i tuoi dati per essere ricontattato e fare un colloquio con i nostri Orientatori Professionisti.
Nella quotidianità, oggigiorno, risulta molto difficile fare le scelte giuste poichè una serie infinita di fattori condiziona negativamente il nostro agire. Ancor di più guidare i nostri figli nelle loro, di scelte, rappresenta una sfida notevole.
Questo articolo, completo sotto ogni aspetto, riassume in modo chiaro ed esplicativo quali sono le difficoltà dei genitori, dei figli e quale l'atteggiamento proficuo da assumere.
Prendere consapevolezza e soffermarsi a riflettere su alcune tematiche è il primo passo verso la felicità....
L'amore verso l'errore? E chi ci aveva mai pensato? Grazie a chi attraverso lunghi studi e approfondimenti è capace, anche con un semplice articolo, a fornire spunti e a darci consigli preziosissimi.
Ho una figlia che frequenta la terza media, sicuramente mi…